Un indeterminato semantico: l’inclusione
Negli ultimi anni, tra le parole maggiormente in voga, nei più svariati contesti dal web ai decreti, ritroviamo sicuramente ‘inclusione’.
Il termine ‘inclusione’ è utilizzato nei media, nei documenti normativi, nella retorica di molti discorsi politici e propagandistici e nell’ambito scolastico. Il largo impiego rischia di farlo scivolare nel limbo dell’indeterminato semantico.
Come osserva il Prof. Fabio Bocci, occorrerebbe fare chiarezza sul suo significato.
A livello basico abbiamo sicuramente due diverse interpretazioni: la prima, quella maggiormente diffusa, considera l’inclusione come un prodotto, accompagnato dall’idea che qualcuno vada incluso; la seconda invece un processo di trasformazione dei diversi contesti reali nei quali viviamo ogni giorno.
Tale differenza non è affatto irrilevante: intendere l’inclusione come un prodotto equivale ad applicare un semplice dettato normativo, con il risultato che il rischio di scivolare nel “burrone dell’esclusione” è sempre dietro l’angolo. Viceversa, l’idea del processo porta con sé il passaggio dalla teoria alla pratica. Non esiste inclusione senza cambiamento, senza dialogo, senza apertura.
L’inclusione inizia quando nascono dentro di noi la volontà e il desiderio di praticarla, di immaginarla nei diversi contesti che incontriamo. Ciascun docente dovrebbe chiedersi, con grande onestà e naturalezza, quale sia il livello di inclusione effettivamente raggiunto nella propria scuola.
Per attuare l’inclusione non occorre attendere un’ illuminata riforma che ci indichi la via; l’inclusione ha inizio nel quotidiano e non può prescindere dalla volontà e dagli sforzi di ognuno.
La professoressa Simona D’Alessio ci suggerisce un’importante riflessione che riportiamo in quanto sintetizza perfettamente i concetti precedentemente esposti:
«L’educazione inclusiva non ha nulla a che fare con gli alunni ‘inclusi’ o ‘da includere’ in contesti regolari, ma mira a rendere inclusivi i contesti scolastici (didattica, valutazione, organizzazione scolastica, curricolo). […] può essere definita come un CAMBIAMENTO SISTEMICO che vuole rimuovere tutte le barriere che escludono e/o discriminano chi si differenzia dalla norma, […] riguarda il tipo di scuola e società che vogliamo sviluppare per il XXI secolo, il nostro concetto di educazione e il suo scopo».